Giocherello con la tazzina vuota davanti a me. Temporeggio. La classica domanda che nasconde la speranza di sentirsi dire qualcosa di confortante, o forse no.
Esito, apro la bocca per dire qualcosa, ci ripenso, la richiudo immediatamente e mi mordo le labbra, io, che tanto sono contraria alla censura.
Guardo fuori la gente che passa.
Cammina di fretta, lenta, alcuni tirano su il braccio con uno scatto e danno uno sguardo a l'ora.
E' tardi è presto. Altri ondeggiano e si nascondono dentro sciarpe e cappotti. Aspettano autobus, aspettano treni, aspettano. Vite, rami, binari.
Tutto fuori si muove senza suono, a separami solo freddi centimetri di vetro. Tocco la balaustra di metallo di fianco a me. Un brivido mi percorre la schiena.
Mi scatta una foto.
Sorrido. Sull'orlo di un baratro.
"Alle tue labbra".
1 commento:
eheh. :)
bene.
p.s.:grazie per la schizofrenica, èh.
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