giovedì, settembre 28, 2006

Piazza della Repubblica


Questa foto è per una persona che non ho mai avuto il piacere di conoscere, ma che mi ha influenzato più di tante altre persone vive che mi stanno e che mi sono state accanto.
Gli oggetti hanno in sé la forza di evocare i tratti principali delle persone cui sono appartenute: una canna da pesca senza mulinello, una paio d' occhiali con una lente rotta, una confezione di rasoi, la pipa, i giochi di legno pieni di polvere, una stampella, la tua bicicletta, una scatola di cartone piena di negativi e foto della gente di paese in periodo post-bellico, volti scavati e sospettosi.
Quando ero più piccola andavo in cantina e spolveravo ogni cosa, le ridavo vita, togliendole quel piccolo velo che il tempo vi aveva calato, anni tradotti in millimetri di polvere.

Questa immmagine è dedicata a Cesare Ciulli, perché rivive in ciò che io faccio.


L.

sabato, settembre 23, 2006

Morgue

music theme: Elation Station - Infected Mushroom
mood: alive

Il serpente cambia pelle e si trascina via da essa. Quello che resta è vita.

giovedì, settembre 21, 2006

Novoli - ominidi

Mi decido, entro nell' ascensore e premo due. La porta si chiude e si riapre qualche secondo dopo; cerco un posto tranquillo per studiare, vicino alla finestra, possibilmente.
Mica per il panorama, dato da tre forse quattro gru, lo scheletro di una palazzina in costruzione e il cratere del futuro parco San Donato, ottimo covo per le zanzare tigre, per adesso.
Per una stupida sensazione di sicurezza, io guardo-tu non vedi, la garanzia che da lassù nessuno ti può attaccare.
Studio per due orette, finché non fermo gli occhi sulla parola "ominide" distratta dalla voce di un uomo che urla che "In Biblioteca i cellulari devono essere spenti".
Ci sono due o tre ragazzi che rispondono qualcosa che non riesco a capire, ma lui continua con ancora più fervore:
"Qui.." dice "non si può t-e-l-e-f-o-n-a-r-e" I ragazzi borbottano...
"Lo volete capire che qui c'è gente che studia e che disturbate se vi mettete a parlare al telefono!!" sempre urlando...
La cosa pare finita, i ragazzi se ne vanno e io continuo a leggere come comunicava l'uomo primitivo... Tre minuti esatti e l'ominide riappare con un carrellino pieno di libri e sospettoso chiede se devono telefonare a tutti quelli che passano con il cellulare in mano.
Dopo una trentina di secondi riparte, il ragazzo davanti a me lo guarda malissimo, ma l'altro non lo vede perché è girato di spalle, di fronte alle fotocopiatrici.
"Il regolamento della biblioteca lo conoscete, qui dentro non si può usare il cellulare!" Sembra che si impegni in un monologo, perché non vedo e non sento gli interlocutori, né tantomeno suonerie.
Alla fine prende il suo cazzo (ho scritto cazzo) di carrellino e sparisce nell'ascensore, era l'ora.




Poi mi è venuto in mente che avevo letto questo:
In un piccolo tempio sperduto su una montagna, quattro monaci erano in meditazione. Avevano deciso di fare una sesshin1 di assoluto silenzio.La prima sera la candela si spense e la stanza piombò in una profonda oscurità.
Sussurrò un monaco: " Si è spenta la candela! ".
Il secondo rispose: " Non devi parlare, e una sesshin di silenzio totale ".
Il terzo aggiunse: " Perché parlate? Dobbiamo tacere, rimanere in perfetto silenzio!".
Il quarto, il responsabile della sesshin, concluse: " Siete tutti stolti e malvagi, solo io non ho parlato! ".

sabato, settembre 16, 2006

Corpo di donna

Corpo di donna, m'illudi e m'infami.
Una menzogna rosacea che predica la sua vendetta incantando e ammaliando:
con la tua forma sibillina da cui sgorga l'assuefazione.

La carne racchiude uno scintillio di superbi pensieri fatti di niente,
plasmati di senso.
Nessun seme, nessuna carta da giocare
se non l'infernale sussurro della carne
che freme
e piange
per mantener l'attrazione.

Una linea continua
concava convessa
a far segno lieve,
a tratteggiar il seno,
i fianchi, un collo da respirare.
Occhi da bagnare, capelli dentro cui sussurrare,
un ventre da accarezzare.

Non ha rumore il graffiar d'unghie sulle cosce
tra le quali i miei capricci gargantueschi
cercano salive.

Voglio una pelle da bucare
e sangue da leccare.

Un corpo si desidera per il senso di possesso che lascia.

(Hai letto uno sbrilluccichio mentale di demils www.legirandole.splinder.com)

lunedì, settembre 11, 2006

Al posto del cervello ho due bobine

Lets mentre mangia latte e pavesini, ore 15.
Oggi pomeriggio,al mio risveglio, influenzata da un sogno non poco tormentoso, mi sono fatta questo film mentale. Dovevo scriverlo eh.
Buona visione.


Driiin Driiiin

"Pronto?"
"Ciao sono io"
"Ciao"
"Allora com' è andata?Divertita?"
"Si si tutto bene"
"Tanto che non ci sentiamo eh...Non mi chiami mai"
"Già, tanto. Non ti ho più chiamato perché non mi andava di continuare a vedersi a quel modo"
"Quale modo?"
"Lo sai benissimo. Non è di quello che ho bisogno"
"Beh mi pare che abbia deciso tu, nessuno ti ha obbligato o no?"
"Sì non c'è bisogno che me lo ricordi, solo che ora non voglio più ok?"

Pausa

"E' che...."

Pausa

"Cosa?Che c'è?Ti sei scopata quello dello studio?"
"Ah...maddai non dire cazzate. Siamo amici, e poi non è quello il punto"
"Allora che c'è?"
"Ci siamo lasciati da...quanto, sei mesi?......Ero innamorata"

Pausa

"Non mi hai mai abbracciato. Tu venivi e chissenefrega, io iniziavo a piangere e nemmeno mi sentivi o forse facevi finta di niente. Vedi, pensare che tu fingessi mi fa davvero incazzare, non posso pensare altro, perché la mattina il mio cuscino era sempre bagnato, avevo sempre due occhi così, la mattina, come cazzo facevi a non accorgertene?"
"Non lo sapevo, mi sembravi serena....Io non"
"Serena?! Secondo te una persona che prende quella roba è serena?!Eh!?"
"Insomma senti, non venirmi a dire che se prendi gli antidepressivi è colpa mia. Ho sempre cercato di aiutarti"
"Non è vero niente. La sera del tuo compleanno, quando ho avuto una crisi, mi hai tirato uno schiaffo, mi hai lasciato lì sulla panchina... al buio....da sola"
"Non sapevo che fare!"
"Bella trovata"
"Era mezz'ora che ti parlavo e non rispondevi, mi guardavi e piangevi.....non lo so, mi sono spaventato"
"Invece a quel modo mi hai tranquillizzato.Senti guarda smettiamola e non mi chiamare più"
"Cosa stai cercando di dirmi, che fino a poco tempo fa facevamo l'amore e ora non ne vuoi più sapere?"
"Non facevamo l'amore, ero il contenitore del tuo cazzo"

Click. Tu tu tu tu tu tu




Buona notte.

domenica, settembre 10, 2006

sabato, settembre 09, 2006